Mai, come in questi ultimi anni, il termine Piano B è stato utilizzato così di frequente. Questa espressione ha, in generale, tantissimi usi e significati diversi. Si tratta infatti di un’idea, un piano, una strategia da attuare, di solito, in casi di emergenza. Quando cioè la soluzione consueta, abituale, oppure quella più semplice o la prima ad essere attuata, si dovesse rivelare inefficace. Un piano di fuga, una soluzione alternativa, un modo per evitare il disastro, oppure di raggiungere un obiettivo, anche nel caso in cui l’ordinario, il Piano A, non dovesse essere efficace. Negli ultimi tempi, a dire la verità, un termine che dovrebbe essere neutro, è stato virato in senso sempre più negativo, richiamando una soluzione per superare la crisi, per evitare la catastrofe… Nel corso della pandemia, e subito dopo, da quante persone abbiamo sentito parlare del desiderio di cambiare vita, di lasciare il lavoro, di trovare nuovi interessi e occupazioni. Si, ma prima di decidere, hai preparato il Piano B? Il pianeta appare sempre più fragile, inquinato, in pericolo. Bisogna fare qualcosa, perché no, un altro pianeta non ce lo abbiamo (a meno di pensare al ritorno sulla Luna, ai viaggi su Marte o su pianeti ancora più lontani come ultima salvezza, come nel film Don’t Look Up). Un Piano B, per adesso, non c’è. Vivo interesse sta invece suscitando, in questo periodo, il progetto: “Piano B, Uno spartito per lo sviluppo dell’Italia. Una nuova forma di azione politica, in risposta alla crisi dei partiti”. Presentato al Recente Meeting per l’Amicizia fra i Popoli di Rimini, nella stessa sede dove, raccogliendo grandi apprezzamenti, il nostro Presidente Nazionale Vittorio Bosio ha aperto il ciclo di dibattiti da protagonista, animando quello sull’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti”, insieme all’Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI Matteo Zuppi e ad altri importanti esponenti del mondo dell’impresa, dell’associazionismo e del volontariato. Non si tratta, ovviamente, di un tentativo di costituire un organismo politico, un nuovo partitino di centro, cattolico o di altro orientamento. Anche se, fra i mali che si propone di combattere, c’è senz’altro anche il tracollo della partecipazione al voto, come si è visto di recente anche nella nostra Regione e nella nostra città. Non quindi un nuovo partito, ma uno spartito, una piattaforma che permetta di mettere in relazione, raccogliendo istanze e idee già esistenti e dando la possibilità di aderire a soggetti sempre nuovi, associazioni, reti, esponenti della società civile, movimenti giovanili e imprenditori illuminati, per raccogliere le tante sfide, sempre più gravi e sempre più urgenti, che rischiano di travolgere l’Italia. https://pianb-mappedisignificato.it questo il sito che raccoglie i significati e illustra il progetto. Tredici finora i soggetti fondatori, che hanno iniziato a confrontarsi sui temi dell’attualità. Vecchie e nuove povertà, diseguaglianze, ambiente e inquinamento, transizione ecologica e digitale, alimentazione, salute, denatalità, burocrazie, innovazione tecnologica, periferie, immigrazione e inclusione, pace… Queste solo alcune delle sfide da affrontare. L’invito è rivolto a chi, magari da anni, già percorre queste strade e possiede molti degli strumenti giusti da mettere in campo, per agire direttamente sul proprio territorio. Comunità educanti, attori di giustizia riparativa, comunità energetiche, amministrazioni condivise e partecipative, reti di comunità e della società civile. Questi alcuni dei soggetti già coinvolti e da coinvolgere, per promuovere la cittadinanza attiva, il senso civico e la partecipazione, il capitale sociale. Abbiamo qualcosa da dire, in questo oppure anche in altri ambiti, in virtù dei nostri quasi 80 anni di storia, oltre un milione di tesserati, un radicamento profondo in quasi tutte le province e in tantissime città e paesi di tutta Italia, un impegno nel sociale ininterrotto e senza paragoni? Questo il cammino da iniziare e portare aventi nei prossimi anni.
Andrea De David