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editoriale marzoMARZO 2024.

In un momento storico come questo, dove tutti gli avvenimenti, non solo quelli sportivi, diventano superati, quando non anche obsoleti, nel breve volgere di qualche giorno, oppure di qualche ora, arriva come qualcosa di inaspettato, ma anche di necessario, la possibilità di fermarsi un attimo a riflettere, ripercorrendo, anche solo per qualche ora, il racconto di quella che è stata, ed è tuttora, la Grande Storia dello Sport nella nostra città. Parliamo della Storia con la S maiuscola, fatta di migliaia di trionfi, a livello nazionale, e di decine di allori conquistati, sia sulla ribalta europea che su quella mondiale ed olimpica. Ma anche della narrazione dello sport di base, quello fatto di un’infinità di piccoli e medi impianti sportivi, attività, manifestazioni e discipline sportive, piccole realtà e grandi polisportive, alcune delle quali, nate agli albori dello sport, sono oggi ancora vive e in piena attività, all’ombra delle Due Torri e sotto i Portici Patrimonio dell’Unesco. È questa l’opportunità fornita dalla Ricerca denominata “SportCityCult – Lo sport come non lo avete mai sentito raccontare”. Uno studio dell’Università di Bologna, indipendente e senza fini di lucro, in collaborazione con Sala Borsa e altre istituzioni cittadine, ideata dalla Prof.ssa Giovanna Russo e realizzata dal ricercatore Giovanni Della Sala, un cultore della materia, con esperienze nelle Università di Bologna, Torino e Barcellona. Attraverso una serie di lunghe interviste con venti esponenti di istituzioni e realtà sportive cittadine, si è tentato di delineare un ritratto della Bologna sportiva di ieri e di oggi. Si tratta di un racconto incompleto e, a tratti, irregolare, stante la vastità della materia trattata e anche lo spazio temporale, che racchiude gli ultimi cento anni di storia e, in alcuni casi, anche il periodo precedente. Tanti, quindi, gli esponenti del nostro mondo chiamati a testimoniare, a partire dall’Assessora allo Sport Roberta Li Calzi, con un passato di atleta e di dirigente sportiva. A seguire, un importante contributo da due istituzioni dello sport cittadino dal respiro internazionale, il Bologna F.C. dei sette scudetti, prima squadra italiana a conquistare un trofeo internazionale, e la Ducati Corse, Campione del Mondo in carica nella MotoGP. Ma è il mondo dello sport di base a fare la parte del leone, anche quando la sua storia si intreccia con quello di vertice, come nel caso delle polisportive ultracentenarie, Virtus, SG Fortitudo e Sempre Avanti. Particolare la panoramica sugli impianti sportivi che hanno accompagnato la Storia di Bologna. Partendo dalla oggi dimenticata “Vasca natatoria” di via Milazzo, antenata delle moderne piscine ma, in realtà, una grande bagnarola, più simile al concetto di bagno pubblico, passando per due istituzioni del periodo in cui lo sport era, soprattutto, una derivazione della vita militare: l’ippodromo (dove alcuni anni fa, oltre un secolo dopo la sua fondazione, debuttò il cavallo Varenne) e il poligono di tiro (che ebbe come Presidente Onorario addirittura Giuseppe Garibaldi). Non potevano mancare le oggi un po’ decadute strutture dello Sterlino e dello Sferisterio (al tempo, stadio per il gioco del pallone con il bracciale, e parliamo della metà dell’800), per non parlare della Sala Borsa e della ex Chiesa di Santa Lucia. Ieri, i primi impianti al coperto per il gioco della pallacanestro, oggi sede, rispettivamente, dell’omonima Biblioteca e dell’Aula Magna dell’Università. Palazzo dello Sport e Stadio Dall’Ara, seppure più recenti, hanno raggiunto l’uno i 60 e l’altro i 100 anni di vita. Hanno, oggi, maggiori problemi di gestione e ristrutturazione di quanti ne ebbero, allora, di costruzione. Idem per la Piscina Olimpionica dello Stadio, anche questa risalente agli anni ’20. Impossibile, in un tempo tanto lungo, citare tutti gli atleti bolognesi che hanno fatto la storia, per non parlare dei campioni qui cresciuti nelle discipline del calcio, della pallacanestro e della pallavolo, per poi passare a ginnastica, nuoto, atletica leggera, pattinaggio, pugilato, sport motoristici ecc., nonché allenatori, tecnici e dirigenti (basti pensare al Prof. Emilio Baumann, l’inventore della ginnastica moderna e a Francesco Gabrielli, allenatore e pedagogista, autore del primo manuale delle regole del giuoco del calcio, di fatto, lo studioso che ne cristallizzò le modalità di gioco, già molto simili a quelle utilizzate ancora oggi). Allora, basterà citare i primi tre bolognesi entrati nella Hall of Fame del Coni. Alberto Tomba, per il quale non servono presentazioni, successivamente eletto anche Atleta del Secolo dello Sport Italiano, il fantino Mauro Checcoli, due volte olimpionico e, successivamente, dirigente sportivo, imprenditore e costruttore di impianti sportivi. E, naturalmente, Ondina Valla, figura di atleta irripetibile, prima medaglia d’oro olimpica nella storia dello sport italiano, alle Olimpiadi di Berlino ’36, nella corsa a ostacoli. Fra tutte queste meraviglie, ampio spazio, nell’ambito delle interviste proposte, anche per lo sport di base. Uisp e Aics, certamente, grazie alla stretta sinergia con i partiti che li hanno fatti nascere, il Partito Comunista e il Partito Socialista Italiano, e fatti crescere, soprattutto, grazie a un governo della città ininterrotto per quasi 80 anni. Ma anche il CSI Centro Sportivo Italiano, il più antico di tutti, che tante realtà sportive ha sostenuto e promosso, a partire dalla fine degli anni ’40 e che, nonostante la mancanza di appoggi politici e un mondo, quello dello sport cattolico, purtroppo sempre poco incline ad alleanze e strategie comuni, sta proseguendo a crescere e a contribuire al bene comune, seguendo un proprio percorso autonomo e indipendente.

A questo link è possibile ascoltare il podcast, sulle piattaforme più comuni a partire da Spotify. Buon ascolto.

https://open.spotify.com/episode/213CrSslw0zvfLU1C2pPz2?si=qiw9qqCGRfCNs4KQgsJZFA

Andrea De David

presidenza@csibologna.it

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L'editoriale

Lo Sport si racconta, con SportCityCult

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