Carissimi,
è un Natale diverso da tutti gli altri. Un giorno lo ricorderemo e, magari, ne conserveremo comunque nel cuore i tanti aspetti gioiosi, nonostante tutto. Un saluto, un piccolo regalo, qualche parola buona che ci ha restituito un po’ di intimità e di mistero. E’ stato un anno che ci ha fatto soffrire, ma anche crescere.
Vi salutiamo, quindi, con un bellissimo pensiero del nostro Assistente Ecclesiastico, Don Riccardo Vattuone, che ringraziamo.
Buon Natale.
Cari amici, gli auguri di Buon Natale sono più impegnativi di quanto si pensi. O li fai così, perché devi farli, anche da prete, oppure pesano, e un po’ devono scuoterti.
Perciò vi invito a leggere una ‘lettera’ che Alessandro D’Avenia, un giovane scrittore, pubblicò sul Corriere della Sera lo scorso 23 dicembre, sembra secoli fa perché il ‘virus’ ha tracciato una barriera fra il prima e il dopo: il link lo trovate qui sotto*. Parla del Natale del 1875, a san Pietroburgo in un circolo di artisti, con osservatore speciale Fëdor Dostoevskij. Tutti sembrano felici -così riflette lo scrittore - ma invero nessuno è davvero contento, e allora occorre togliersi la maschera dal viso, guardare oltre, perché non si può avere la gioia se non si scopre quanta sia la bellezza che ognuno ha dentro di sé.
Passando da quel 1875 ai nostri giorni, vien da dire che spesso cerchiamo il Natale soltanto frugando tra le nostre tradizioni e i ricordi, e se qualcuno minaccia di limitare i gesti dei nostri Natale, magari semplicemente perché oggi è ragionevole farlo a causa del virus, ci ribelliamo pensando che ci rubino la Festa, quel sacchetto di emozioni che riapriamo ogni anno a dicembre.
Vi sembrerà banale dire che il Natale non è quello delle luminarie, dei regali, delle cene in famiglia, o forse dei piccoli grandi viaggi in fuga dalle fatiche dell’anno: anni fa. con una pedanteria propria dell’adolescenza, gridavamo contro il Natale dei consumi che ci sembrava uno sfregio verso la povertà e la semplicità della capanna di Betlemme. Oggi invochiamo il diritto alla Festa, persino alla Messa della notte, al suo fascino. E si può desiderare tutto questo senza nemmeno sfiorare il significato dell’Evento.
Non è banale però ricordarci che senza una speranza più grande, quella bellezza dentro di noi di cui parlava Dostoevskij, anche i nostri giochi, pure lo sport, sono un grande diversivo e non molto di più. La grande distrazione, un modo come un altro per non pensare.
Molti mi ricordano, in questi giorni in cui ho accettato di diventare ‘assistente’ del Centro Sportivo Italiano, il valore formativo, spirituale dell’attività fisica, dello sport agonistico e semplicemente ludico: so cosa significa questa affermazione, ma ho provato su me stesso in molti anni di basket, di ‘campo’, quanto sia facile dimenticarsene e vivere di emozioni soltanto, di piccole grandi ambizioni personali.
Perciò tornando al Natale 1875 che ci ricordava Alessandro D’Avenia, il desiderio della gioia che sembrava prendere la sala del Circolo degli artisti di san Pietroburgo non lo potremo scambiare con gesti, rituali, parole che lo evochino soltanto, sfiorando l’esigenza profonda del cuore. Il Natale è Gesù che entra nella nostra vita e la fa vera.
E rende umano lo sport: mentre scrivevo questo mio augurio per voi squilla il telefono dello studio e mi parla una voce di giovane uomo: “ti ricordi di me? sono G.S., ho letto un articolo e mi sei venuto in mente, quel gruppo di ragazzi, il nostro campionato del 1995, la squadra: volevo dirti che ti ho pensato con affetto”. Chiudo un po’ commosso la telefonata, così concomitante con queste righe, in modo che non riesco certamente a pensare casuale. Mi è chiaro ancora una volta cosa sia lo sport, e ce lo ricorderemo ogni tanto: sono persone, la loro crescita, affetti. E l’amore che si semina in luoghi che ci sembrano spesso inadatti a viverlo, fra sudore e ruvidezze.
Ecco, senza Gesù che nasce ogni giorno della nostra vita questo non sarebbe possibile.
Don Riccardo Vattuone
*A.D’Avenia, Il Natale secondo Fëdor, Il Corriere della Sera del 23 dicembre 2019, (https://www.corriere.it/alessandro-d-avenia-ultimo-banco/19_dicembre_23/16-natale-secondo-fedor-4edded30-24af-11ea-9531-c9ac2e82635a.shtml?refresh_ce).
